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MUNICIPIO XII, FDI-AN: TREMA IL CONSIGLIO, PRESIDENTE SENZA MAGGIORANZA

Scritto da Super User. Inserito in comunicati stampa.

La mozione di sfiducia al Presidente d’Aula Di Camillo promossa da Fratelli d’Italia e votata a scrutinio segreto evidenzia la profonda spaccatura nel M5S. "Il presidente del consiglio del Municipio XII non ha più la fiducia del gruppo M5S. Il consiglio infatti ha votato a scrutinio segreto la nostra mozione di valutazione e di censura del suo comportamento assunto, tra l’altro, in contrasto con il regolamento ed "in violazione dei principi di correttezza, imparzialità, trasparenza ed equità" ed informazione, per il tempo in cui ha taciuto dinanzi al consiglio sulla propria condizione di incompatibilità ex art. 63 TUEL. La vicenda nasce da quando abbiamo scoperto essere stato titolare ed amministratore di una società che gestiva un asilo in convenzione con il Campidoglio. La votazione, che si è conclusa in parità, con 11 voti favorevoli ed 11 contrari (1 astenuto e 1 nulla), ha evidenziato una profonda spaccatura nel M5S e un’opposizione compatta nel rifiutare il Di Camillo come uomo di garanzia”, così in una nota congiunta i consiglieri di Fratelli d’Italia al Municipio XII, Giovanni Picone, Marco Giudici e Francesca Grosseto.

 

"Abbiamo un presidente bollito che non gode più della fiducia dell’aula e della sua maggioranza. E’ bene che si dimetta e lasci spazio a chi apprezza il ruolo istituzionale e non ha velleità particolari né ambisce a piazzarsi sulla poltrona, perché ci sono altri esponenti del M5S graditi dalla maggioranza dei consiglieri che saprebbero ricoprire quel ruolo usando correttezza ed imparzialità. Invitiamo altresì la Presidente Crescimanno a tornare sul territorio che ha abbandonato da tempo perché troppo intenta a tutelare Di Camillo. Una scelta che trasformerà ogni seduta del consiglio in un Vietnam, con esponenti di maggioranza pronti all’imboscata ed a bloccare o rallentare i lavori d'aula. Lei e il suo cerchio magico farebbero bene a mollare la presa e a pensare al bene dei cittadini, anziché a quello dei propri compagni di partito, anche perché così facendo oggi trema il consiglio, ma domani toccherà alla Giunta".